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The Right Place: Hiding in Plain Sight

Una nuova band italiana, The Right Place, che si è lasciata affascinare dalla musica di oltremanica e che ha deciso di autoprodursi

The Right Place

Hiding in Plain Sight

(CD, Autoproduzione)

brit pop

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The Right Place: Hiding in Plain SightUna nuova band italiana, The Right Place, che si è lasciata affascinare dalla musica di oltremanica e che ha deciso di autoprodursi un CD,  Hiding in Plain Sight, con i loro brani originali. Originali nel senso che li hanno scritti loro. Perciò massimo rispetto. Poi vedremo.

Come ho più volte affermato, per chi sceglie di suonare brit pop (non “rock”, proprio “brit pop”) e di farlo cantando in inglese, non si tratta solo di cercare una buona pronuncia anglosassone, ma di “diventare” inglesi in tutto e per tutto.

I Right Place sono a metà strada. Non sono convinto del tutto delle loro scelte e dei loro brani, ma percepisco che c’è una grande volontà e che alcuni meccanismi e certi tasselli del brit pop li hanno ben compresi. Poi però arriva Cherry, che altro non è che una canzone italiana cantata in inglese. E non va bene, almeno, non per me.

L’Elvis Costello che mi aveva esaltato facendo capolino in The Cure, si è trasformato mostruosamente nei Lost o nei Modà. Scartare immediatamente. Poi magari è la canzone che piacerà di più al giovane pubblico femminile, e sarà la scelta più difficile di Jube e compagni se essere coerenti o cedere al banale. Fortunatamente con I Wish I Was Fallin’ Again, si vedono di nuovo Costello e delle luci brillanti. Così come in Two Fingers, un buon brano, migliorabile, ma buono. Deludente l’ultimo pezzo A Man For All The Seasons, sembra un pezzo stanco ed il cantato è molto debole, così come la grammatica del titolo (ribadisco, se vuoi cantare in inglese devi scrivere in inglese, non in qualcosa che gli somiglia).

Insomma, più che The Right Place direi The First Step to the Right Place. Il cammino però è lungo ed i margini di miglioramento sono ampi. Ma bisogna crederci.


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Antonio Viscido
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