Chantry
The Emancipation Of Elizabeth
(Cd, Autoproduzione)
gothic, progressive metal
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The Emancipation Of Elizabeth è una corsa dal ritmo cangiante e irrequieto, elegante, umorale e intricata, un crocevia di stili e suggestioni che rapisce l’ascoltatore, nonostante non manchino quà e là momenti poco fluidi.
Il primo passo spettrale è il malinconico Shine, con l’ausilio di una voce cristallina che duetta con un ruggito demoniaco in sottofondo. Il brano successivo cambia completamente genere: That Night è un affascinante e morbidissimo mix di chitarre acustiche.
Stars e Emergence irrompono con il loro ritmo vertiginoso che si intreccia con i virtuosismi delle chitarre che costituiscono l’ossatura, solidissima, dell’album, e accompagnano con le loro innumerevoli variazioni e contorsioni lungo le dieci tracce dell’album.
What I Lost è allarmante, aggressivo, non lascia un attimo di respiro mentre un tocco dark e ossessivo, quasi da circo macabro, è dato da Velvet Darkness They Fear. Epico e aspro Red Roses In The Snow, mesto e morbido ma anche tempestoso e struggente lo scenario dipinto da L’Amore Per L’Ultima Volta.
Un album inaspettato e intenso, The Emancipation of Elizabeth è l’opera prima di una one-man band costituita da Alessandro Monopoli, italiano trapiantato in Inghilterra, già compositore per il teatro e i videogiochi. Quasi totalmente strumentale, l’album, autoprodotto, vede l’impegno pressoché esclusivo di Monopoli (chitarra, basso, batteria, programmazione delle tastiere) e le collaborazioni di Federica Sabatini (voce in Shine, l’unico pezzo in cui sono presenti delle parti vocali) e Riccardo Crespi e Enrico Vicario al basso.
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