Beady Eye
Different Gear, Still Speeding
(Cd, Beady Eye Records)
brit-pop
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E’ trascorso ormai un anno e mezzo da quel 28 agosto 2009 che, con l’annullamento del concerto al Festival Rock en Seine di Parigi e qualche chitarra sfasciata, ha visto l’epilogo del rapporto Liam – Noel e con esso la dolorosa fine degli Oasis. Un anno e mezzo di attesa, sogni e speranze per tutti i fan della band di Manchester che è sfociato nella nascita dell’annunciato nuovo progetto Beady Eye (praticamente i vecchi Oasis senza Noel) con la pubblicazione in questi giorni dell’album d’esordio Different Gear, Still Speeding.
La paura della critica di un disco mediocre e debole, orfano dei riff del maggiore dei fratelli Gallagher, è stata in realtà demolita da tredici tracce fatte di un sound sicuro e in linea con i vecchi lavori degli Oasis, oltretutto ricco di nuove sfumature e particolarità.
Non si può dire che Liam e compagni abbiano semplicemente cercato di limitare i danni dell’abbandono di Noel con una pura emulazione del vecchio stile ormai inevitabilmente cucito sulla pelle della band. Una ventata di sperimentazione e novità si respira già nella graffiante ed energica Four Letter Word, pezzo d’apertura del disco, dove l’inconfondibile voce del buon Liam si fonde con i virtuosismi e le distorsioni delle chitarre quasi a voler sottolineare la capacità di sopperire alla mancanza dell’altro Gallagher.
La storica scuola Oasis esplode tutta comunque nel primo singolo estratto dall’album, The Roller, che sembra far rivivere i vecchi tempi. Sono poi forti i riferimenti ai classici: la straripante Beatles And Stones (forse la migliore traccia, senz’altro la più particolare) che nella base è un forte richiamo all’intramontabile My Generation degli Who, echi del vecchio rock’n’roll degli anni ’50 nelle tastiere e nella melodia di Bring The Lights e quella Standing On The Edge Of Noise che è in tutto e per tutto un tributo ai Beatles e alla loro Get Back. Non manca neanche un po’ di sano romanticismo stile Champagne Supernova racchiuso nei dolci accordi di Kill For A Dream e nella delicatezza del pezzo di chiusura The Morning Sun, entrambe cullate dalla sublime voce di Liam.
Un disco insomma ricco di sfaccettature diverse (seppure sempre con la chiara identità degli Oasis di cui la voce di Liam è ormai simbolo e dogma) che non annoia, che merita di essere acquistato e inserito nella propria collezione, e che soprattutto vuole gridare ai fan: con o senza Noel noi ci siamo ancora. Promosso.
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