Stecca
s/t
(CD, Divinazione – Terzo Millennio)
pop, rock
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Viva la sincerità. Stecca è un disco che non cambierà la storia della musica. Assoluta verità, così come è riportata nel comunicato stampa dell’autore. I nomi che ruotano attorno a questo disco sono importanti: Mel Previte, Daniele Bagni, Correggio, Bologna, New York. Sono nomi e luoghi che si sentono, che si riconoscono nei suoni del disco, prodotto in maniera eccelsa.
Allora, perché non cambierà la storia della musica? Falsa modestia? Non credo. Probabilmente Stefano Bertolani (vero nome di Stecca) si rende conto che ha ancora molta strada da fare, probabilmente per i contenuti che sono piuttosto deludenti. Sì, i testi sono diretti e semplici. Troppo semplici. Testi che possono far contente generazioni di adepti di Federico Moccia. Che possono stuzzicare l’immaginario romantico/erotico di ragazzi di terza media, o primissimi anni delle superiori.
Le melodie sono assolutamente adeguate ai contenuti. Al limite dello stucchevole. Il che andrebbe benissimo per un disco degli inizi degli 883 o dei Lunapop, ma Stefano è un ragazzone di trentadue anni, che forse dovrebbe iniziare ad affrontare tematiche diverse, o in maniera diversa. Una gita fuori da Correggio gli farebbe bene, magari in Irlanda o in Scozia o in Africa. Basta che lasci l’iPod a casa ed abbia solo 20 euro in tasca.
Ultima nota: la copertina del disco accede di diritto al turno successivo del mio personalissimo concorso di Copertina più Brutta del 2011. Per la cronaca, nel 1992 lo stesso concorso è stato quasi vinto da Peter Gabriel. Per cui nessun pregiudizio. Anche se il disco di Patty Pravo, per quest’anno, non credo abbia rivali.
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