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Pearl Jam: Live on Ten Legs

Era necessario pubblicare un nuovo album dal vivo dei Pearl Jam? Per tutti i fans probabilmente sì

Pearl Jam

Live on Ten Legs

(Cd, Monkey Wrench/Universal)

grunge, rock

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pearl jam live on ten legsIl rapporto tra ascoltatore e musica live è da sempre ambivalente: c’è chi lo predilige valorizzandolo e chi lo trova irrilevante, o per lo meno non gli attribuisce un ruolo essenziale. Come ascoltatore, ancor prima che come recensore, ho sempre personalmente dato un valore speciale alla musica live come catalizzatore di sensazioni e vera espressione del talento di una band, oltre che di un frontman coinvolgente e attivo. Live on Ten Legs, il nuovo album dei Pearl Jam, pertanto si rivolge anche a me nel suo tentativo di regalare ai fan l’ennesima esperienza live vissuta comodamente davanti al proprio computer.

I Pearl Jam, i “sopravvissuti del grunge” e pietra miliare del rock indipendente regalano l’ennesima raccolta di brani dal vivo dopo ben tredici anni dal fratello maggiore Live on Two Legs, includendo brani registrati dal 2003 al 2010. Poca sorpresa per i fan storici, che già possiederanno un database di brani e dischi live incalcolabile, una interessante possibilità per chi da poco si è avvicinato al sound del gruppo.

Al contrario dei precedenti Live at Benaroya hall (live acustico) o il box di ben sette cd Live at the Gorge, Live on Ten Legs si presenta come una raccolta di 18 canzoni ed include cover (Public Image della band di Lyndon e Arms Aloft di Joe Strummer), brani storici come Jeremy e Alive e un buon numero di pezzi del nuovo album uscito nel 2010, Backspacer. Ten Legs non è dunque un greatest hits, bensì un album che punta ai quei fan che vogliono farsi una idea generale di cosa rappresentino i Pearl Jam dal vivo; impossibile difatti negare l’importanza della dimensione live per il gruppo di Seattle, costantemente impegnato in concerti e tour in tutto il mondo.

Sono presenti alcune gemme come Porch (direttamente dall’album degli esordi, Ten) e le riflessive Unthought Known e Nothing as it Seems, o due dei pezzi migliori di VS, Rearviewmirror e Animal. L’album è reso omogeneo e compatto grazie al magistrale lavoro di Brett Eliason che restituisce la forza vigorosa dei PJ dal vivo.

In conclusione, era dunque necessario pubblicare l’ennesimo album dal vivo? Nonostante questo possa essere riconosciuto come una ennesima canonizzazione della band stessa, da amante della musica live non posso che accogliere positivamente questo ennesimo sunto della potenza espressiva di Eddie Vedder e soci dal vivo.

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Fabiana Giovanetti
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