Blood Thirsty Demons
Let The War Begin
(Cd, My Kingdom Music)
horror, thrash metal
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Blood Thirsty Demons
Misanthropy
(Cd, My Kingdom Music)
horror, thrash metal
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Portano per mano in un luna park mostruoso le due uscite contemporanee della (attualmente) one-man band Blood Thirsty Demons, dell’autore e polistrumentista Cristian Mustaine.
Dopo la firma con My Kingdom Music, Blood Thirsty Demons propone, a cinque anni di distanza, una versione completamente ri-registrata di Let The War Begin. E non solo: esce anche un nuovo, nerissimo album, Misanthropy.
Per quanto riguarda Let The War Begin l’atmosfera del disco è scura, funerea, appiccicosa e precipita in un B-movie pieno di mostri, diavoli e streghe; coinvolge e incalza con il forcone a tre punte.
Le tastiere creano quell’atmosfera cimiteriale che ci si aspetta in un album del genere, e già dall’apertura mormorii arcani in diretta dal sottosuolo (The Awakening) e ritornelli ossessivi e diabolici che si innestano su strumenti e voce forsennati (Let The War Begin), catturano in un mondo a parte in cui ci si perde volentieri, come bambini curiosi e un po’ spaventati.
Non mancano anche brani più malinconici e taglienti (I Can’t Change, Black Solitude), drammatici, massicci e ossessivi (This Is My Death, Lucifer’s Fall). Orecchiabili e indemoniati Burn The Witches e Lady Of Sin, che procede a una velocità spietata. I Am The Evil riproduce il contrasto tra quiete e tempesta. Purtroppo a tratti nel corso dell’album spunta qualcosa di un po’ troppo prevedibile e farraginoso.
Misanthropy ha un carattere più aggressivo, violento, e all’apertura quasi rarefatta di Lucifer’s Hand segue per contrasto uno sviluppo molto più adrenalinico e pesante, di forte ispirazione ottantiana.
Se la title-track elettrizza e si contorce, non è da meno Black Wishes, una sorta di inno che colpisce con violenza. Tutto il disco si sintonizza sulla stessa lunghezza d’onda, con brani veloci e potenti, e sporadicamente una marca sofferente più accentuata, ad esempio in They Say e Wicked Dream. Non tutto è perfetto, a volte si rischia di perdere il filo, ma si arriva comunque alla conclusione con Come To The Sabbath, cover dei Black Widow, a cavallo tra medioevo e spazio profondo.
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