Marlene Kuntz
Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini
(Cd, Sony)
Indie
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Ho letto in giro che in questo disco c’è una restituzione delle chitarre, salutata come un ritorno a muri sonici e trionfi vari delle origini. Cazzate. Non fatevi abbindolare, i Marlene Kuntz hanno cambiato rotta da parecchi dischi percorrendo una strada che di “sonico” è rimasto giusto l’overdrive noise che devolve in un sound aggressivo e drammatico verso gli strumenti, ricamando armonie sempre più tenui. Come sempre c’è chi parla di evoluzione, di maturità artistica, e chi li definisce ormai spompi e logori.
Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini sibila giudizi impietosi e taglienti contro la società contemporanea, a cominciare dalla prima canzone, Ricovero Virtuale, mettendo in evidenza il mondo del web dove gli utenti scaricano così tanta musica da far fatica ad ascoltare ed archiviare il meglio in una gelosa conservazione. Si legge anche una certa polemica sui fans che chiedono un ritorno alle chitarre di un tempo? Può darsi, ad ogni modo è palese che ai Marlene degli “altri” gliene importa poco quando c’è la scusante dell’istinto ad indicare la direzione da intraprendere.
Proprio Paolo Anima Salva (chiaro riferimento a De André) generalizza sui personaggi stufi di quotidianità e conformità che fanno fatica a trovare simili ugualmente sensibili. Autocitazionismo? Certo, dato che Godano e i suoi hanno ammazzato e sepolto Paranoia per sondare sperimentazioni e liricismi dettati da una maggiore evoluzione dei componimenti delle loro canzoni, estraendo sì dei bei pezzi in questi anni, ma anche album non proprio convincenti come i pugni allo stomaco ricevuti agli esordi (e parlo di tre “signori” album coi controcazzi).
Vedremo se da questo disco brani come L’idiota e Oasi godranno del favore del pubblico, la prima toccata da un brano romantico cantato quasi tutto in falsetto, la seconda sussurrata con riverbero. Un disco finemente poetico che però regala tra i suoi brani migliori la ballad L’Artista, ripiena di delay, elettronica misurata e un’amabile orecchiabilità musicale.
Ricoveri Virtuali e Sexy Solitudini vede la sua punta più elevata nell’ascolto del brano Vivo, in cui si riconosce il loro vecchio stile con delle chitarre roboanti. Da segnalare anche la graffiante e vivace Un Piacere Speciale, sostenuta da una intensa coralità. Decisamente imbarazzante Pornorima che fa il verso a quel sentirsi rock e sexy in tutti noi.
Howie B. ha vigilato sulla produzione (da rivedere il missaggio voci, Godano non si riesce più a capire cosa canta) e altri musicisti hanno partecipato al disco fin dalla nascita di alcuni brani, invece di approdare in studio come negli album precedenti solo nella fase dell’arrangiamento. Inoltre il duo milanese Masbedo ha realizzato in Islanda coi Marlene 4 video in cui Godano appare come un traghettatore di anime salve, realizzando così un cortometraggio di 20 minuti.
Sul precedente disco siglato sotto il progetto Beautiful affermavo che si era “in attesa di un disco maggiormente convincente senza chiaramente aspettarci il ritorno di Catartica o un’evoluzione sontuosa alla Bianco Sporco”. Copertina da dimenticare. 6 politico.
Noi stiamo ancora aspettando la scossa.
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