Vanderlei
L’inesatto
(Cd, Cinico Disincanto/Halidon)
rock d’autore
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L’Inesatto è l’esordio sulla lunga distanza dei bolognesi Vanderlei, che si fregiano della produzione e della direzione artistica di Paolo Benvegnù.
Benvegnù non è un mercante, ma – oltre che un grande artista – una persona con una profonda onestà intellettuale: mette mani solo su progetti a cui crede ciecamente. E anche stavolta c’ha visto lungo.
Vanderlei è un maratoneta che in testa durante la gara di Atene 2004; fu spinto accidentalmente da un tifoso e da primo finì terzo (la medaglia d’oro andò all’italiano Baldini), esultando sul podio lo stesso, sportivamente e con sincera gioia.
Come suona questo L’Inesatto? Cadendo nell’immancabile trappola metamusicale (spiegare la musica con altra musica), le coordinate dei Vanderlei si tracciano a centro di un ipotetico triangolo dove le punte sono rappresentate da Benvegnù stesso (specie nel gusto per gli arrangiamenti), gli immancabili Afterhours (in alcuni passaggi della scrittura dei testi) e, udite udite, certo post-rock americano, oscuro e potente.
Detta così la faccenda potrebbe essere sufficiente per soddisfare la pigrizia del recensore (la mia pigrizia), ma non rende giustizia a un disco stupendamente nervoso, a tratti dolce e a tratti potentissimo, squisitamente lontano dalle mode e fuori dal tempo, ben scritto e ben suonato, con testi ispirati e interessanti e, soprattutto, con un potenziale enorme nella resa live.
Sembra quasi che i Vanderlei abbiano realizzato L’Inesatto soprattutto per se stessi, più che alla ricerca del successo. Questo gli fa straordinariamente onore, ma allo stesso tempo, è bene chiarirlo, hanno pubblicato un disco che si pone di diritto tra le più belle uscite indie-rock italiane (e non solo) dell’anno. Complimenti!
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