Gripweed
K
(Cd, Belive/Altipiani)
elettro pop
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Eccoci all’ennesima manifestazione all’inizio del terzo millennio delle ombre dei Depeche Mode e di tutta qualla meravigliosa onda elettronica che ha invaso il mondo negli anni ’80 e ’90. Si sa che in Italia siamo in ritardo di vent’anni rispetto al resto del mondo musicale e non ci dimentichiamo mai di farlo presente al mondo intero.
Il disco dei Gripweed, K, mi piace, e come fa a non piacermi, adoro quella musica! Tecnica di realizzazione al limite della perfezione. Brano preferito Delicacy. Originalità e novità, zero. Non possiamo avere tutto.
I testi? anche quello è un saccheggio delle tematiche esistenzialiste che accompagnavano i suoni d’oltre manica, nella scena goth. Per quanto riguarda la storia personale del cantante… premesso che umanamente spero per lui che stia bene, spero altrettanto che non sia una semplice pantomima commerciale, perché se lo fosse il suo karma si arricchirebbe di episodi da scontare nella prossima vita (sembrerebbe scomparso nel nulla, storia comunque già sentita dai Manic Street Preachers, con risvolti ben più drammatici).
Un lato positivo c’è: se ci sono neofiti del genere, che fino ad oggi hanno ascoltato solo Gigi d’Alessio e Laura Pausini, e che la cosa più vicina al rock che hanno mai ascoltato è Vasco Rossi, K è un buon disco introduttivo alla materia, perché troviamo tutto il campionario del genere dal quale potranno partire per un ascolto a ritroso nel tempo dei classici.
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