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Conditionblack: When I’m not

Quasi all'apoteosi del metal melodico italiano grazie ai rinnovati Conditionblack, che in questo When I'm not brillano decisamente di luce propria

Conditionblack

When I’m not

(Cd, Arctic Music Group/Punktuation Records)

indie, alternative rock, metal

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recensione-cd-conditionblack-when-im-notChe Genova sia una città fertile e fruttuosa per la musica si sa ormai da decenni; i Conditionblack, gruppo ormai sulla cresta dell’onda da quattro anni, sono sicuramente riconducibili alla fertilità musicale genovese (ecco cosa succede a mangiare tanta pasta al pesto!); con questo album, When I’m not, che vuole essere volutamente un concentrato delle più diverse influenze rock (di metal soprattutto, c’è da dirlo), dimostrano di possedere due grandi doti, fondamentali nella musica di qualità: originalità ed innovazione.

I Conditionblack sono riusciti perfettamente nell’intento di fondere il duro con il dolce, proprio come solo un buon amante sa fare; non è un caso che la perfetta realizzazione del loro progetto, che è un mélange perfetto di buon heavy metal con un giusto tocco melodico, sia giunta a compimento con l’ingresso nel gruppo di Sara Giovinazzo, attuale e molto capace cantante del gruppo (che è anch coautrice dei testi).

Dunque i Conditionblack sono l’ennesima riconferma del fatto che il metal non sia più un genere di appartenenza puramente maschile e sono i continuatori, però con uno spirito molto più originale, di quel filone iniziato qualche anno fa, qui in Italia, da Cristina Scabbia con i suoi Lacuna Coil.

When I’m not è la compenetrazione di diversi generi rock; ai riff di chitarra, influsi di afflato metal e rock classico, si mescola un uso sapiente ma discreto della tastiera, dall’aria molto prog-metal; a coronamento di tutto, una voce melodiosa e facile da ricordare, con la capacità di imprimersi fin dal primo momento nella mente di chi ascolta.

Non mancano momenti energici ed aulici nello stesso tempo, di grande effetto, oltre al fatto che una venatura malinconica pervade tutto l’album, in cui però la forza femminile oppone resistenza costantemente.

Davvero un disco di gran carattere, sotto tutti gli aspetti.

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Irene Ramponi
Irene Ramponi

Irene Ramponi nasce a Milano nel 1983. Si interessa a tutto ciò che è arte fin dalla tenera età.
Questa passione rimane nel tempo, e, dopo la maturità scientifica, la porta ad iscriversi al neonato corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali, indirizzo in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Milano. Consegue la laurea triennale nel 2006 con una tesi relativa ai Maestri Campionesi; Irene, infatti, è una delle poche ad avere una netta preferenza per la scultura rispetto alla pittura.
Continua i suoi studi sulla stessa linea, arrivando a laurearsi in Storia dell'Arte, corso specialistico presso l'Università Cattolica di Milano, nel 2009, con una tesi dal titolo: “Ricerche su Giovanni da Campione a Bergamo”.
Come si può notare dalle due tesi, Irene si interessa di argomenti poco battuti dalla Storia dell'Arte e poco conosciuti, se non nell'ambito degli studiosi più specializzati.
Ha collaborato con l'Associazione Amici dell'Arte di Castellanza (Va), tenendo conferenze sugli argomenti delle sue tesi e sui suoi studi presso la Villa Pomini, sempre a Castellanza.
Sta tuttora lavorando ad altre conferenze, in collaborazione con comuni del Varesotto e del Milanese, volte alla valorizzazione ed alla promozione dell'arte e del territorio locale.
E' amante del viaggio per la scoperta e la ricognizione di luoghi nuovi, e ama la musica, di cui si occupa con la collaborazione presso un'agenzia di organizzazione di eventi e concerti, ma anche praticandola in prima persona con lo studio del canto moderno e tramite alcuni progetti artistici.
Ama scrivere a tempo perso, soprattutto recensioni di critica a mostre e concerti, idealista disincantata, crede ancora nella forza dei sogni per la propria realizzazione personale.

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