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The Transisters: How to Irritate People

Il rock nato nell'Inghilterra industriale, trova i suoi degni rappresentanti nell'Italia industriale. Forse non è un caso

The Transisters

How to Irritate People

(Cd, Scrivere Male/Goodfellas)

post punk

[starreview tpl=16]

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Se vi capita di leggere libri che parlano di musica degli ultimi cinquanta anni, scoprirete ad un certo punto che il punk o non è esistito, o è durato al massimo un paio di fine settimana, perché è stato immediatamente scalzato dal post punk, ovverosia, il tutto! Io ho sempre accettato il post punk come un periodo non come un genere, ma  probabilmente ho sempre sbagliato io.

Con The Transisters, bellissimo nome, ed il loro How to Irritate People, ci troviamo di fronte a quello che potrebbe essere definito post punk, energia e velocità, anche troppa, e bassi che contengono il tutto in una specie di recinto ritimico.

L’ascolto è piacevole ed intenso, ed allo stesso tempo estremamete irritante. Il problema è che non c’è niente di nuovo sul fronte veneto. Per quanto bello e facile da ascoltare, il disco dei Transisters non racconta una storia nuova al mondo rock italiano e niente di più di quello che è gia stato detto da Joy Division, Cure e ultimamente Editors, ma sarebbero mille i nomi da fare, in oltre trent’anni di post punk, se così vi piace. Oltre tutto dura la miseria di 26 minuti. Voi direte che l’opera non si giudica dal tempo che dura, ma molta gente probabilmente si irriterà per questa ragione, e forse il gruppo voleva fare proprio ciò, come dichiarato dal titolo.

Io mi irrito perché vorrei sentire più dischi di questo tipo, di italiani che si danno da fare. Vorrei però qualcosa di più. Le tracce sono praticamente tutte uguali, tutte interessanti, ma tutte dannatamente uguali, stessa chitarra, stesso basso, stessa batteria, stessa voce. Vorrei poter dire che c’è una canzone che risalta rispetto alle altre, ma pur con tutta la buona volontà, non ci riesco. Eppure il disco mi piace, lo ascolto in continuazione, e più lo ascolto e più mi irrito!

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Antonio Viscido
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