AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Laura Agnusdei: recensione di Flowers Are Blooming In Antarctica

Con Flowers Are Blooming In Antarctica, Laura Agnusdei accompagna l'ascoltatore in un viaggio cosmico nelle profondità del mare.

Laura Agnusdei

Flowers Are Blooming In Antarctica

(Maple Death)

jazz elettronica psichedelia

_______________

Sassofonista (tenore), ricercatrice di suoni, sperimentatrice del connubio tra il suo strumento d’elezione e l’elettronica, un passato nei Julie’s Aircut, band di culto dell’indie nostrano, Laura Agnusdei giunge al suo secondo disco solista (che va ad aggiungersi a vari ed eventuali altri progetti).

La fioritura dell’Antartide è immagine a prima vista suggestiva, ma che nelle intenzioni dell’autrice bolognese assume contorni inquietanti, a dipingere gli scenari prossimi venturi portati dal cambiamento climatico.

L’ambientazioni delle otto composizioni presenti in Flowers Are Blooming In Antarctica finisce in realtà per essere il mare, coi sui abissi insondabili e la sua superficie, destinata forse ad ampliarsi invadendo le terre emerse: non a caso, una delle fonti di ispirazione è “Il Mondo Sommerso” di Ballard, autore sempre volto a osservare la realtà, individuandovi i semi di futuri distopici.

Dalla Ittiolalia (il linguaggio dei pesci o il parlare come i pesci) dell’apertura alla ‘ballata del pinguino imperatore’ che chiude il disco, Agnusdei accompagna l’ascoltatore in un viaggio dalle tinte psichedeliche, in cui la voce solista del sassofono spicca su tappeti che rifluiscono costantemente come una risacca, sottili rumorismi, vaghi crepitii, inserti vocali che sembrano lontani e alieni, o usati, in Are We Dinos? in modo ludico con interventi infantili.

Flowers Are Blooming In Antarctica è come una massa d’acqua in continuo movimento, in cui si alternano momenti di ascolto più agevole – ma mai ‘easy’ – a parentesi in cui è più arduo tenere il timone.

Un lavoro certo, per ‘intenditori’, ma dal quale anche l’ascoltatore meno abituato a certi ambienti, può lasciarsi affascinare.

BandCamp

Gli ultimi articoli di Marcello Berlich

Condivi sui social network:
Marcello Berlich
Marcello Berlich
Articoli: 15