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Mardi Gras: recensione di Sandcastle

L’irish rock dei Mardi Gras si insinua poeticamente nelle 8 canzoni che fanno da colonna sonora ad una graphic novel su due fratelli che devono superare un momento difficile.

Mardi Gras

Sandcastle

(Undergound Symphony)

folk-rock

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Sandcastle, quarto lavoro in studio dei Mardi Gras, è un concept album ispirato da una sceneggiatura del regista Sante Sabbatini, che con Francesco Braida e Filippo Novelli ha realizzato una storia ambientata a Jersey City negli anni ‘80, influenzando così gli otto inediti brani folk rock ricchi di arrangiamenti armoniosi, a tratti orchestrali, cantati in inglese.

La graphic novel omonima ad opera di Dario Santarsiero, Fabrizio Fontanelli (fondatore della band) e il disegnatore Filippo Novelli racconta di due orfani, Nicholas e Cecilia, allevati da uno zio malavitoso. Quando la sorella subisce una violenza, Nicholas si precipita a proteggerla e, uniti da un legame di sangue, i due fratelli riescono a non perdersi, a combattere le proprie paure e i delinquenti in un turbinio di colpi di scena, lasciandosi alle spalle il loro passato.

L’album si apre su toni drammatici del pianoforte di Matilli e l’accompagnamento acustico di Fontanelli in The Dance Of The Sand, brano che si spalanca in maniera ariosa in crescendo. Cinematica è un rock travolgente infarcito dagli archi e dalla chitarra di Fabrizio Del Marchesato, e insieme a Stop The Presses è il brano più irruente di questo disco. Il singolo pubblicato qualche mese fa, Lia’s Theme, è un lento di grande intensità vocale e dall’atmosfera altamente emotiva.

È proprio Liina Rätsep, cantante estone presente nella band da qualche anno, a farla da padrone guidando questi racconti suonati dai Mardi Gras, dove in After Fire, Cross The Line e Wake Up si fanno ancora più emotivi. In Stop The Presse si urla il bisogno di cambiare e di ottenere il controllo della propira vita, mentre Don’t touch the Sinner è una canzone di condanna e vede la collaborazione di Valeria Villeggia all’arpa.

In questi anni il sound dei Mardi Gras si è trasformato dalle prime esperienze acustiche di Drops Made dalle radicate influenze irish, a componimenti intimi ed elettrici con Amorng the Streams caratterizzato da una forte componente folk e country, virando verso un sound più rock con il terzo album, Playground. Senza tralasciare le influenze irlandesi (non a caso hanno partecipato ai loro dischi alcuni cantautori irish come Liam O’Maonlai, Mundy e Mark Geary), i Mardi Gras hanno saputo rivestire le loro canzoni con ritmiche elettriche e una ricchezza evocativa in ogni singolo frammento dei loro brani.

Sito web: mardigrasmusic.it

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Luca Paisiello
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