Hole
Nobody’s Daughter
(Cd, Mercury Records)
rock
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Tornano le Hole, esattamente dopo 12 anni da quel Celebrity Skin che segnò la loro svolta commerciale successivamente ai primi album contraddistinti da sonorità molto più punk-grunge che pop-rock.
Sarebbe però più corretto dire che torna Courtney Love, leader e fondatrice del gruppo. La Love infatti, nonostante le diffide di Melissa Auf Der Mar ed Eric Erlandson (ultimi componenti del gruppo prima dello scioglimento) ad usare il nome Hole, torna con una band nuova di zecca formata da Micko Larkin (già nei Larrikin Love) come lead guitar, Stu Fisher (già negli Ozric Tentacles) alla batteria e Shawn Dailey al basso.
Il nuovo album Nobody’s Daughter si contraddistingue per le sonorità tipiche dell’album Celebrity Skin, tanto che è più facile trovare similitudini con brani del passato come Malibu, piuttosto che con quella rabbiosa Rock Star diventata famosa qua in Italia per essere stata inserita nella colonna sonora di Io Ballo Da Sola di Bernardo Bertolucci.
L’album inizia con il brano omonimo, una ballata pop-rock di chiaro stampo californiano che molto probabilmente approderà anche negli airplay radiofonici; un brano dove appare lampante il messaggio della Hole di non aver bisogno di nessuno e di voler chiaramente farcela da sola; quasi un voler ripartire da zero cancellando il passato.
A seguire il primo estratto da questo Nobody’s Daughter, Skinny Little Bitch, ci riporta fin dal titolo alla rabbia degli esordi, con un sound tipico dei primi successi delle Hole. Un brano che impedisce di stare fermi e porta fin dal primo ascolto al salto.
Terza traccia è Honey, una ballatona a quanto si vocifera dedicata al mai troppo compianto marito e leader dei Nirvana Kurt Cobain.
Pacific Coast Highway ci fa volare sulle coste soleggiate e piene di surfisti della California, così come Samantha sembra perfetta per un party sulla spiaggia.
Anche Someone’s Else Bed è di piacevolissimo ascolto e viene da pensare cosa avrebbe potuto essere questo brano con il basso e la voce di Melissa Auf Der Mar.
Giunge poi For Once In Your Life, un brano abbastanza anonimo che parrebbe quasi una b-side anni ’90.
Struggente la successiva Letter To God, è il brano migliore dell’album ma anche uno dei brani più cupi dove Courtney si interroga sul senso della sua esistenza rivolgendosi a Dio.
Loser Dust ci riporta fortunatamente ad un sound più cattivello ed al ricordo delle Hole dell’epoca Doll Parts, un brano che molto probabilmente farà furore.
Chiusura in grande stile con un’ispiratissima Courtney in How Dirty Girls Get Clean e con la quasi acustica Never Go Hungry.
Un ritorno da molti atteso questo delle Hole o meglio di Courtney, un’artista dura e pura che continua per la sua strada senza cercare compromessi con le mode del momento.
Nobody’s Daughter è un album consigliato a tutti i nostalgici di quello che fu il movimento delle riot girls ma anche agli amanti di quelle sonorità rock americane che profumano di salsedine e che alternano ballatone a cattiveria pura. Da non perdere.
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