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Paris Paloma: recensione di Cacophony

Riferimenti letterari, esperienze personali e potenza espressiva confluiscono nell'album d'esordio della cantautrice britannica Paris Paloma intitolato Cacophony.

Paris Paloma

Cacophony

(Nettwerk Music Group)

R&B contemporaneo, soul, indie-folk, elettronica, gospel, dream folk

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Riferimenti alla letteratura gotica, esperienze personali e potenza espressiva confluiscono nell’album d’esordio della cantautrice britannica Paris Paloma intitolato Cacophony, edito per Nettwerk Music Group e anticipato dall’uscita dei singoli Labour, As Good A Reason e Drywall.

In questo primo step autorale, con lo sforzo e il coraggio di ritrovare un equilibrio nel proprio caos interiore attraverso l’azione lenitiva della musica, la ventiquattrenne musicista originaria del Derbyshire dà voce e identità alla sua sensibilità scritturale – tanto passionale nelle intenzioni quanto delicata e confidenziale nel canto – mostrando una tensione bipolare tra sentimenti e ragione che, nella sua autenticità creativa, diventa forma sperimentale di scoperta di sé stessi e degli altri.

Così, per sopravvivere alla cacofonia dei nostri tempi e alle pressioni tossiche che influenzano la quotidianità, Paris Paloma affronta i momenti difficili della vita, in mezzo ad amori lacerati e laceranti, ricordi d’infanzia legati ai lavori a maglia della nonna (Knitting Song) e legami recisi (Drywall), rabbia e bellezza repressa, liberando una vitalità emotiva in grado di creare una forte connessione umana, tale da suscitare partecipazione e solidarietà nel mondo femminile.

Le quindici tracce di Cacophony prendono in esame contenuti dal forte impegno sociale, su tutte la difesa dei diritti e libertà delle donne all’interno di un contesto di società moderna che risente ancora di secolari retaggi patriarcali (“tutti i giorni terapeuta, madre, domestica, ninfa, poi vergine, nutrice, poi serva, solo un’appendice, vivi per assisterlo”).

Una sorta di filo tematico da intendersi come rivendicazione di genere, che in forma urgente e umorale si riflette nella condivisione di un quadro sensoriale di ambientazione acustica, mediante un intreccio di corde intime dove pennellate di fragilità e atmosfere ombrose si fondono a un immaginario di rimando fiabesco – vedi artwork – e al fascino evocativo di quei luoghi incastonati nelle Midlands.

Elaborazione del dolore e desiderio di rinascita si riversano, dunque, all’interno di un abito artistico che aderisce al trend discografico del post-teen contemporaneo. Una direzione stilistica di beat uptempo e slowtempo in cui la polpa carnosa di quel groove R&B alla Ed Sheeran (Labour, As Good A Reason) incontra il calore di un folk a tinte dark alla Lana Del Rey (Pleaser, The Warmth, Last Woman On Earth), passando per un collage di vellutate venature soul impreziosite da coralità gospel e ballate malinconiche dal taglio bucolico (Triassic Love Song, Escape Pod, Bones On The Beach), tra espansioni cinematiche di elettronica d’atmosfera ed episodi più spensierati (Drywall, Boys Bugs and Men).

Se la battaglia tra luce e oscurità trova il suo zenit emozionale nel verso incisivo di Bones On The Beach, “La morte non porterà ciò che pensi che porterà”, Paris Paloma alimenta ancora quella speranza in divenire che dà senso alla vita, per la quale a ogni separazione corrisponde un nuovo orizzonte.

facebook/parispaloma

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Andrea Musumeci
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