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6th Crowd: la recensione di Avoid the void

6TH Crowd è il solo project della producer ucraina Dari Maksymova. Le sei tracce di Avoid the void si appoggiano su basi electro che flirtano pesantemente con le dinamiche techno.

6th Crowd

Avoid the void

electro-wave

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6TH CROWD - Avoid The Void - recensione6TH Crowd è il solo project della producer ucraina Dari Maksymova, meglio conosciuta come frontwoman, tastierista e bassista della post punk band On the Wane.

Da piccola Dari era ossessionata dalla passione per la danza e sognava di diventare una coreografa, il desiderio non si è avverato ma la connessione tra ritmo e fisicità non si è mai dissolto. Nel 2018 ha infatti partecipato ad un programma di danza e musica in Germania e la ragazzina rapita da quel mondo si è risvegliata di colpo con l’urgenza di creare qualcosa di rivoluzionario per la sua crescita artistica.

La producer ha vissuto i dancefloor leggendari di Thomas P. Heckemann e Regis e proprio in quelle nottate di musica suonata con i decibel a cannone ha scoperto una nuova realtà fatta di trame e poliritmi inimmaginabili. In quel periodo con On the Wane, aveva già inglobato synth e drum machine facendo suo il concetto di electro in evoluzione.

Quando la band si sciolse, Dari seguì un corso intensivo per la produzione di musica elettronica gestito dalla community techno di Kyiv Module Exchange e così nacque il 6TH Crowd che combina diversi generi rispettando però il caposaldo principe.

Lo scorso 24 aprile è uscito You’re not an island, terzo brano estratto da Avoid the void, EP d’esordio in distribuzione dal 15 maggio.

Scritto molto prima della pandemia dovuta al Covid-19, il nuovo singolo assume un significato pertinente al nostro nuovo ed inatteso status di distanziamento sociale ed isolamento forzato dovuti alla pandemia. Dari lancia un messaggio Anche se sei chiuso in camera da solo, prova a pensare che ci sono migliaia di persone come te, nelle loro stanze, in ogni parte del mondo che provano le stesse sensazioni. E questo ci unisce.

You’re not an island si avvale di una sezione lirica incredibilmente minimalista. In realtà, è solo la citazione di John Donne, Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è una parte del tutto e la frase non sei un’isola, quest’ultima ripetuta in ucraino, portoghese, tedesco, francese, due tipi di spagnolo, cinese ed ebraico. È musica da ballare immersi nella folla di un locale qualsiasi in un lembo di terra qualsiasi, in un tempo qualsiasi lontani dal quotidiano in cui siamo immersi, le voci spesso sovrapposte danno davvero la sensazione di non essere soli.

La canzone era rimasta sul mio hard disk per un anno intero, l’ho scritta all’inizio di febbraio quando l’Ucraina non aveva la minima idea della imminente pandemia. Scrivo sempre musica per me stessa, per trovare ciò di cui ho bisogno: coraggio, sostegno, sollievo. Ma non avevo idea di quanto ne avrò davvero bisogno. Se sei spaventato, stanco e ti senti perso, prendimi la mano, siamo tutti insieme, qui.

Il video a corredo è la descrizione perfetta del testo sussurrato e ripetuto in loop, scene di vita vissuta prima e durante il Covid, la prima in totale e gioiosa condivisione, l’altra in solitudine ma davanti ad uno schermo, connessi, così da sentire di essere ancora parte di un tutto in attesa di ripartenza.

Le sei tracce dell’EP si appoggiano su basi electro che flirtano pesantemente con le dinamiche techno, combinazione perfetta tra groove da dance rave party, narrazioni malinconiche scippate all’alternative rock degli anni ottanta e linee vocali dannatamente pop.

Il mio gusto personale caldeggia le due tracce di chiusura. Самозванцы (instrumental) ti scaraventa in un gorgo psichedelico dal quale difficilmente uscirai indenne, trance a tutto tondo con effetti laser che si palesano lampanti malgrado non esistano immagini di riferimento. Podil ti afferra le caviglie e ti sbatte in un sotterraneo di emozioni torbide e inconsistenti, è facile immaginare una corsa a perdifiato nei corridoi di una metropolitana con qualcuno alle spalle che ti insegue fino alla cattura per poi lasciarti lì secca in un lago di sangue. O forse no, magari siete meno malati di me!

Avoid the void è un ottimo biglietto da visita e fa davvero ben sperare per le prossime produzioni. Se amate Boy Harsher, Chemical Brothers o Four Tet dovete provare 6TH Crowd, non potrete resisterle.

6th Crowd su Facebook: https://www.facebook.com/6thcrowd

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