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Dead Cat in a Bag: Lost Bags

Non un minestrone, quello dei Dead Cat in a Bag, ma una specie di summa di tutto ciò che di buono l'art-folk ci ha dato fino ad ora

Dead Cat in a Bag

Lost Bags

(Cd, Viceversa)

folk, indie

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Dead_Cat_In_A_Bag_Lost_BagsPartiti come un duo, mano a mano allargatisi fino a presentarsi sul palco in sette, i Dead Cat in a Bag arrivano finalmente all’esordio sulla lunga distanza con questo Lost Bags.

Quattordici acquerelli persi tra un indie-folk che guarda verso i balcani e, allo stesso tempo, ai mariachi messicani.

Detta così potrebbe quasi stonare, ma il risultato è qualcosa di davvero unico ed emozionante. Le loro ballate farebbero la loro bella figura nel repertorio dei Giant Sands, ma la memoria fila dritto anche ai Calexico, mentre le deviazioni sghembe di brani come Gipsy Song o Wither ci rimandano a Yann Tiersen, mentre il cantato non può non evocare Nick Cave.

Non un minestrone, quello dei Dead Cat in a Bag, ma una specie di summa di tutto ciò che di buono l’art-folk ci ha dato fino ad ora, condito di una strumentazione acustica tanto varia da produrre un sound in grado di non annoiare mai l’ascoltatore, ma anzi di stupirlo e cullarlo verso lidi lontani magari solo immaginati, ma anche e soprattutto di suscitare emozioni vicine allo stato d’animo di ognuno di noi.

Cesare Basile e Liam McKahey (dei compianti Cousteau) si fanno complici di questa meraviglia.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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