Kozminski
Kozminski
(Cd, Autoproduzione)
pop, rock
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Per la miseria, allora c’è qualcuno in questo paese che scrive e suona bella musica. Pochissime parole. Un disco bellissimo, ottime melodie ed ottime liriche. Una sezione ritmica che ti prende dentro. Ma perché si autodefiniscono folk psichedelico? Non mi interessa come si autodefiniscono. Sono un’ottima band italiana e basta. Un bel rock italiano con innesti cantautorali.
Una curiosità però ce l’ho: mi piacerebbe che facessero una versione in inglese del disco, giusto per tentare la strada internazionale. Anzi, mi candido alla realizzazione dei testi nella lingua del bardo. Se non mi vogliono come autore, mi basta consulente!
I punti alti del disco sono molti, in particolare Lettera dall’Etna, quasi perfetta, e Così, che rimanda nei suoni alla Svalutation di celentaniana memoria (molto più bella ed interessante questa dei Kozminsi!). Per fare en plein devono smussare alcune piccolissime pecche sugli ultimi due brani e per un leggerissimo Vasco Rossi, da eliminare, nel brano Il Cane.
Sono entusiasta dei Kozminski perché se questo è l’inizio voglio vedere come possono crescere. Se posso dar loro dei modesti suggerimenti, li inviterei ad ascoltare un po’ di Elbow e meno Baustelle. Bella musica italiana, da ascoltare, ascoltare e ascoltare. Niente di cerebrale o politico. Niente di forzatamente culturale/intellettuale/sperimentale. Semplicemente bella musica. Album fantastico. L’ho già detto? Repetita iuvant.
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