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The Clockworks: recensione concerto di Bologna, Covo, 16 marzo 2024

Gli irlandesi The Clockworks giungono per la prima volta in Italia in un'unica data al Covo Club di Bologna e confermano quanto di buono sentito nell'album d'esordio. Serata davvero magica.

The Clockworks

Live Covo Club Bologna, 16 marzo 2024

live report

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Vengono da Galway in Irlanda e sono al loro primo live in Italia, unica data al Covo Club di Bologna. The Clockworks, astri nascenti che si distanziano parecchio dal post punk dei conterranei Fontaines D.C. e The Murder Capital. De loro disco ve ne avevamo parlato qui.

La serata promette già il pubblico delle grandi occasioni, come spesso accade alle serate Cool Britannia del club bolognese. In apertura i modenesi Pip Carter And The Deads che scaldano a dovere il pubblico con un garage un poco distante dagli headliner ma comunque gradevole.

Poco dopo le 23 eccoli sul palco James McGregor e soci con una scaletta che ripercorre praticamente pari pari l’album Exit Strategy, uscito da poche settimane. Si parte quindi con la delicatezza di Deaths And Entrances che in dimensione live regala emozioni ancora più che su cd, seguita da Bills And Pills e Mayday Mayday, due veri e propri anthem indie rock che credo a breve in UK infiammeranno platee ben più ampie dei club che accolgono il tour attuale.

Il pubblico è ben partecipe sia nei momenti più pacati come quello di Hall Of Fame che in quelli più caldi come Car Song.

Danny’s Working Like A Dog è la canzone che i fratelli Gallagher non scrivono più dai tempi di (What’s the story) Morning Glory e anche live ha il suo forte appeal sul pubblico.

Si prosegue con Feels So Real e Advertise Me, brani che sembrano scritti apposta per essere cantati all’unisono ai concerti coi loro refrain immediati e coinvolgenti. La band si muove davvero bene e trascina tutti con aumenti di ritmo travolgenti.

Con il quasi Nuggets-Sound di Modern City Living e l’indie scanzonato di Life In A Day si giunge a quella che è la traccia di chiusura dell’album, una Lost In The Moment che vorrei non finisse mai.

In concomitanza di Westway, McGregor scende dal palco e ringrazia gran parte del pubblico, pugno contro pugno a uno a uno. Momento molto sentito da parte della band pronta a sferrare i colpi finali con la bellissima Blood On The Mind, Endgame e The Future Is Not What It Was, brani di più vecchia pubblicazione non contenuti nell’album da poco uscito.

Chiude ovviamente un live molto bello il loro per ora più grande successo Enough Is Never Enough, infuocato quanto basta per regalare gli ultimi minuti di pogo e applaudire all’ennesima band che in questa stagione ha infiammato il palco del Covo.

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Fabio Busi
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