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Candy Opera: la recensione di The Patron Saint Of Heartache

In bilico fra sonorità art pop anni '80 e un brit sound anni '90, tornano i Candy Opera con il nuovo lavoro The Patron Saint Of Heartache.

Candy Opera

The Patron Saint Of Heartache

(A Turntable Friend Records)

art pop

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Candy Opera - The Patron Saint of Heartache recensioneI Candy Opera, band di Liverpool in attività dai primi anni 80, torna dopo anni con un lavoro nuovo di zecca e lo fa molto bene. The Patron Saint Of Heartache inizia con sonorità molto affini ai The National ed uno dei brani più gradevoli del lavoro intitolato These Days Are Ours, per poi proseguire con Tell Me When The Lights Turn Green e le sue sonorità di pop raffinato profumato di 80s.

La frizzante Crash e una Start All Over Again in salsa Stereophonics, conducono alla bellissima See It Through Your Eyes, uno dei miei brani preferiti.

Dopo un paio di episodi trascurabili il sound si tinge di psichedelia in Enemy, pezzo fuori dal tempo che se ascoltato singolarmente sarebbe davvero difficile collocare in un periodo preciso.

There Is No Love è un’altra preziosa traccia da ascoltare più volte purtroppo seguita da un ulteriore calo di attenzione.

L’energia di Rise e la suadente ballad Crazy conducono alle note di Gimme One Last Try che chiude questo The Patron Saint Of Heartache.

Se c’è un difetto in questo lavoro, lungo 14 tracce è quello di avere almeno 4/5 tracce che sarebbero potute restare fuori dall’album, alzando il livello qualitativo. L’egregia produzione dei brani più interessanti porta comunque questo album ad un buon livello. Quindi bentornati Candy Opera.

https://www.candyopera.com/

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Fabio Busi
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