Ritmo Tribale
La Rivoluzione del Giorno Prima
(Bagana)
pop, rock
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I Ritmo Tribale sono tornati e il loro nuovo album si chiama La Rivoluzione del Giorno Prima. E potremmo finire qui questo articolo.
“Certo che l’amarezza rimane, si rigenera in quello che non ha” era il 1999 e con queste parole, che chiudevano Bahamas, i Ritmo Tribale alzavano bandiera bianca in un mondo che, musicalmente parlando, stava cambiando e stava prendendo una direzione ben diversa.
Per circa un decennio, la band milanese aveva attraversato in lungo e in largo la penisola, macinano chilometri e concerti, raccogliendo consensi da parte della critica e da una schiera di fans che diventano sempre più numerosi.
Il loro approccio diventa un modello da cui prendere ispirazione e band come Negrita e Afterhours ne sono una prova lampante. Nel frattempo nasce il Jungle Sound che diventa il centro nevralgico della scena milanese e non, perdono il loro carismatico frontman Edda, ma decidono di andare avanti e infine Andrea Scaglia prende in mano la situazione e pubblicano il loro ultimo album Bahamas che purtroppo non riscontrerà il favore dei fans. Anche attorno, la musica è cambiata, per realizzare un album è sufficiente avere un buon computer, le sale prove chiudono, i cd non vendono più, nascono i talent, tutto diventa digitale e immateriale.
All’improvviso inizia a girare in rete un videoclip di una nuova canzone Le Cose Succedono e tutto riparte come se nulla fosse mai finito, ricomincia l’interesse, ricomincia l’adorazione del pubblico, ricomincia l’interesse della critica e ricominciano i live sempre sold out.
Al primo singolo ne seguiranno altri due, i tempi diventano maturi e il 17 aprile viene annunciato l’uscita del nuovo album dopo 21 anni di assenza: La Rivoluzione del Giorno Prima.
L’album spiazza sin dalle prime note di un intro fatto al pianoforte, cosa inusuale per la band, ma è solo l’inizio, seguono i tre singoli usciti, Le Cose Succedono, La Rivoluzione del Giorno Prima e Resurrezione Show che in realtà è una cover dei Killing Joke, che erano già state apprezzate e testate negli ultimi live.
Jim Jarmush è un dichiarazione di accettazione dell’età che passa e qui ritroviamo un sound più legato all’esperienza parallela dei No Guru, ma è solo una parentesi perché con Cortina e Autunno, ritroviamo la sezione ritmica di Briegel e Alex Marcheschi come sempre decisa, potente e pulsante, ritroviamo i tappeti sonori di Talia, la ritmica di Fabrizio Rioda e infine la voce graffiate ed evocativa di Andrea Scaglia.
Da segnalare Milano Muori e Buonanotte. La prima perché di questi tempi dominati dal coronavirus, pare aver previsto quello che sta succedendo in questo periodo e la seconda perché è un pezzo di Edda pubblicato sullo storico Mantra, ma che in questo album viene “vestito” in maniera diversa fino ad assumere un altro significato.
Come dicevo prima, gli anni novanta sono finiti, ma con questo album i Ritmo Tribale mantengono quel messaggio di ribellione ancora intatto e ancora vivo e vegeto.
Di acqua sotto i ponti ne è passata, ma con questo album la band milanese si riconferma una delle realtà rock più interessanti nel panorama musicale italiano nonostante i componenti abbiano superato i cinquanta, svolgano altri mestieri e hanno famiglie e figli.
La presentazione dell’album dovrebbe avvenire il 18 aprile al Legend di Milano, ma ho paura che con le restrizioni vigenti dovremo aspettare ancora un po’ prima di vederli di nuovo sul palco con tutta la loro energia per annunciare che il rock dei Ritmo Tribale non è morto, anzi gode di ottima salute.
Bentornati Ritmo.
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