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Marabou: The End of the Rainbow

Colonna sonora di un film a tinte fosche, The End of the Rainbow è il primo album di Marabou: guarda agli anni '80 senza troppo nostalgia

Marabou

The End of the Rainbow

(Costello’s)

synth-pop, synth-wave

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recensione Marabou The end of the rainbowCatanese di stanza a Milano, Giovanni Alessandro Spina in arte diventa Marabou e The End of the Rainbow è la sua prima fatica sulla lunga distanza.

Le coordinate geografiche-sonore su cui si muove il “nostro” guardano ai campioni del pop elettronico di almeno 4 decadi, partendo dai Depeche Mode e arrivando a Tycho, passando per gli M83.

Colonna sonora di un film a tinte fosche, The End of the Rainbow guarda agli anni ’80 senza troppo nostalgia se non per un certo tipo di malinconia.

Marabou (nome che rimanda a Caribou?) non disdegna però qualche affondo in chiave più psichedelica (per quanto possibile dai canoni dettati dal synth-pop) e sono probabilmente gli episodi migliori, Laboon su tutte.

Insomma, un album molto carino dall’inizio alla fine, senza tanti guizzi ma con i piedi ben piantati per terra e con le carte in regola per ricevere (anche) attenzione internazionale.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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