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Ghost B.C.: Infestissumam

I Ghost B.C. E il loro Papa Emeritus ci lasciano un messaggio, nel loro ultimo album Infestissumam. Sta a voi raccoglierlo e diffonderlo, amplificandone la potenza. Di cosa avete paura? Tanto è solo rock and roll

Ghost B.C.

Infestissumam

(CD, Loma Vista Recordings)

heavy metal


________

 

I Ghost B.C. rappresentano un ibrido difficile da collocare. Musicalmente si tratta di un heavy metal anni ’70, con tastiere e un cantato che portano la musica a deragliare dal genere, sino ad assomigliare a del buon pop. Non a caso il gruppo ha coverizzato una canzone degli ABBA, I’m A Marionette.

Questo ultimo album, Infestissumam (in latino significa il più ostile, con riferimento all’Anticristo), è composto da dieci tracce, nessuna di troppo.

La peculiarità di questa band d’origine svedese non è data né dai membri incappucciati e privi d’identità, né dal cantante che si presenta come un Papa eretico, con volto di scheletro e croci rovesciate (Io sono Papa Emeritus il secondo, esordisce in italiano durante i live).

E neanche le tematiche apertamente sataniche sono nuove.

 

Facendo riferimento alle note precedenti, la fusione di tanti elementi noti in un prodotto nuovo è la carta vincente del progetto. Ascoltate Ghuleh-Zombie Queen per averne un pregevole esempio.

La capacità di farci canticchiare a cuor leggero “Hail Satan, archangelo, hail Satan, welcome year zero” (Year Zero), o “Suffer little children to come unto me/suffer little children grant me sovereignty” (Idolatrine) è cosa non da poco.

I Ghost B.C., o chi per loro, hanno capito che per fare qualcosa di nuovo sul versante della musica estrema bisognava fare non uno, ma dieci passi indietro rispetto al black o altre forme di metal oscuro. Si tratta proprio della svolta che auspicavo nella recensione all’ultimo album di Rob Zombie.

A loro non interessa spaventare o shockare, ma ammaliare. Hanno dato una forma innocua al messaggio satanico, presentando il progetto come apertamente manipolatorio, mirato ai teenagers, che un domani si faranno portatori del messaggio. Questo perché la musica rock non è più un mezzo di rottura, ma di diffusione, ormai innocuo e universalmente accettato.

Cavolo: l’idea di fondo è quasi migliore del prodotto.

Ma non voglio fuorviarvi: la musica è buona, orecchiabile e varia. L’album si conclude con Infestissumam, pezzo tanto positivo e solare, quasi liberatorio nell’ascolto, quanto oscuro nel testo.

Giocare a carte scoperte è la chiave del marketing moderno, e il Diavolo sa bene che per vincere deve farci credere che non esiste, che si tratta di un gioco. Buon divertimento allora: ci rivedremo tutti all’Inferno!

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