YuYu
Mon Petit Garçon
(Cd, New Music/Ricordi, 2002)
dance, easy listening
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Dalla carlinga di un aereo ai primi posti dell’hit parade, passando dalla pubblicità. E’ quanto è successo a Giuditta, (ex) hostess italo-francese diventata autrice di canzoni fischiettate da tutti.
E’ con malcelato sospetto che mi sono accinto all’ascolto di Mon Petit Garçon, l’album di esordio di YuYu che prende il titolo dal suo successo della scorsa primavera. Dopo quella canzone è venuta Bonjour Bonjour, anch’essa finita in uno spot pubblicitario, ma tutto era cominciato con A Coeur et Encore, brano che aveva avuto un certo successo nel circuito dance. Il sospetto era quello di trovarsi per le mani il solito album-tappezzeria, ovvero una specie di estensione dei singoli di successo, con canzoni fotocopia e scialbi motivetti senza senso. E invece …
… e invece Mon Petit Garçon è un disco davvero molto elegante, con tantissime idee, una bella ventata di freschezza pop, testi sempre curati ed altri potenziali singoli. Nulla di geniale, beninteso, ma un solido disco di intrattenimento, fatto con buon gusto ed intelligenza e, soprattutto, aspettandosi lo stesso dall’ascoltatore. Che si troverà sin dalle prime battute catapultato nell’universo musicale di YuYu, una ragazza con la testa ben piantata sulle spalle, che sa cantare, sa scrivere testi interessanti (perlopiù storie d’amore andate a male) e che, con l’aiuto dei suoi collaboratori/produttori, imbastisce un’elegantissima trama di morbida elettronica, in grado di strizzare l’occhio alle atmosfere lounge-chill out senza però immergervisi completamente. Le canzoni di quest’album flirtano con le fisarmoniche “alla parigina” senza mai scendere nella macchietta, cedono a tentazioni latineggianti senza esagerare ed a tratti evocane le atmosfere di Sade, modernizzandole. Insomma, Mon Petit Garçon è quello che dovrebbe essere un album pop, davvero popolare senza insultare il pubblico.
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